La Svizzera rimane il polo più attraente per i lavoratori qualificati
Davos, 22 gennaio 2020. Il Global Talent Competitiveness Index (GTCI) 2020, presentato al World Economic Forum di Davos, rivela che la Svizzera continua a primeggiare a livello mondiale per competitività dei talenti, come del resto avviene dal 2013 quando fu introdotto l’Index, mentre gli USA salgono dal terzo al secondo posto, sorpassando Singapore che scala di una posizione rispetto al 2019. Per la settima volta da quando, nel 2013, fu condotto il primo sondaggio, la Svizzera svetta al primo posto.
I tre motivi principali per la posizione di vertice della Svizzera
Offre posti di lavoro allettanti, salari elevati e buone opportunità di carriera, garantendo così un elevato standard di vita. Ciò consente di trattenere i lavoratori qualificati nel Paese.
La formazione duale «scuola professionale e apprendistato» è uno dei grandi punti di forza della Svizzera. L’elevato livello di formazione formale, che promuove le competenze professionali e tecniche, nonché le buone opportunità di formazione continua e perfezionamento collocano la Svizzera in un’ottima posizione nel confronto internazionale.
La Svizzera dispone di un sistema giuridico funzionante e può contare su un ambiente di mercato favorevole. Grazie a queste condizioni vantaggiose, essa si colloca al secondo posto nell’area «Abilitazione» rilevata dallo studio.
I punti di forza e i punti deboli della Svizzera
La Svizzera vanta un eccellente sistema di formazione permanente e un ottimo livello di sostenibilità. Offre inoltre la possibilità di completare una formazione e di intraprendere una carriera indipendentemente dallo status economico (2° posto nella mobilità sociale).
Tuttavia, per quanto concerne l’integrazione sociale delle minoranze, la Svizzera non fa bella figura (16° posto nella categoria «Apertura interna»). Nel confronto internazionale ottiene risultati molto scarsi anche nel campo della parità tra i sessi: relativamente alla quota «female graduates», ossia la percentuale di donne laureate il cui livello di istruzione più elevato è nel settore terziario, si colloca, infatti, al 91° posto. Le statistiche rivelano che in Svizzera le donne in giovane età sono persino più istruite rispetto agli uomini, ma in definitiva perdono terreno sul fronte della formazione continua. «In genere, le donne svizzere riducono notevolmente la loro percentuale di lavoro e di conseguenza investono meno nella formazione continua», commenta Nicole Burth, CEO del Gruppo Adecco Svizzera. Anche per quanto concerne le differenze di genere in termini di salute, conoscenze e reddito (il cosiddetto «gender development gap»), la Svizzera è al di sotto della media, posizionandosi al 37° posto.
Aumenta il divario di competenze digitali
In assoluto, i Paesi a più alto reddito dominano la Top 25 e l’indice mostra come le nazioni ‘talent champions’ stiano sempre più distanziandosi dal resto del Mondo, creando un divario che potrà solo aumentare in seguito all’avvento dell’Intelligenza Artificiale (AI) e con l’emergere – fra aziende, settori industriali e nazioni – di un correlato gap di competenze digitali.
Prendendo coscienza di questo disallineamento di competenze e dell’importanza di investire sul capitale umano, il Gruppo Adecco si sta impegnando entro il 2030 a formare e riqualificare 5 milioni di persone, fra tutte le sue attività. L’azione di reskilling sarà condotta attraverso General Assembly, l’azienda del gruppo dedicata alla formazione e allo sviluppo, specializzata nel fornire alle persone e ai team di lavoro le più ricercate competenze digitali, in ambiti quali data science, programmazione e machine learning.
Atto di bilanciamento tra uomo e macchina
Commentando l’Index 2020, il Chief Executive Officer del Gruppo Adecco, Alain Dehaze ha dichiarato: “Poiché le macchine e gli algoritmi influenzano un numero sempre maggiore di attività e responsabilità, quasi ogni tipologia di lavoro viene reinventata e ne deriva che possedere la professionalità adeguata non è mai stato così importante come oggi.
Attualmente, i robot e gli algoritmi non sono più impiegati esclusivamente all’interno delle fabbriche, ma sono presenti e operativi di fronte a casa, nel back office e nel quartier generale delle aziende. A tutti i livelli, i lavoratori necessitano di formazione per affinare “qualità umane” d’eccellenza – adattabilità, intelligenza sociale, comunicazione, capacità di risolvere i problemi e leadership – complementari alla tecnologia.
Questa decade sarà caratterizzata da una rivoluzione all’insegna del re-skilling con un focus sulle ‘competenze combinate’ – e darà modo alle persone e alle macchine di lavorare insieme in un modello ibrido. Tenendo a mente questo aspetto, il Gruppo Adecco si sta impegnando a migliorare le competenze e a riqualificare cinque milioni di persone nel Mondo entro il 2030 – garantendo agli individui competenze futuribili che consentiranno loro di emergere nell’era dell’AI”.
Il report GTCI di quest’anno si focalizza su un’analisi a livello globale del talento nell’era dell’AI, valutando come viene sviluppato e scelto fra i diversi mercati, ma anche come i progressi in atto contribuiscano a soluzioni sostenibili per la società nel lungo periodo. In particolare, il report evidenzia come più di metà della popolazione nei Paesi in via di sviluppo sia priva di competenze digitali di base, e come questo divario di conoscenza si stia solo ampliando, con poche nazioni in rapido progresso e con la maggior parte dei Paesi meno evoluti che è rimasta attardata.
Intelligenza artificiale: un’opportunità per i paesi in via di sviluppo
Sono state cercate e provate nuove soluzioni per ottenere un bilanciamento che consenta a persone e tecnologia di operare fianco a fianco con profitto, così da prosperare nel futuro mondo del lavoro. Lo sviluppo di queste nuove forme di interazione sta ridefinendo la competitività dei talenti a livello globale e le diverse nazioni sono impegnate a posizionarsi come leader di riferimento della rivoluzione guidata dall’intelligenza artificiale. Nonostante il gap nelle competenze digitali sia evidente e continui a crescere, l’analisi contenuta nel report ha mostrato come l’intelligenza artificiale potrebbe garantire, anche ai Paesi meno ricchi, significative opportunità per compiere un balzo in avanti.
Per esempio, le analisi longitudinali sulla competitività dei talenti rivelano che alcune nazioni in via di sviluppo come Cina, Costa Rica e Malaysia, possiedono il potenziale per diventare ‘talent champions’ nelle loro rispettive regioni. Al tempo stesso, altri Paesi come il Ghana e l’India, hanno recentemente migliorato la loro capacità di creare, attrarre, crescere e trattenere i talenti, guadagnandosi lo status di ‘talent movers’.
La durabilità è decisiva per la classifica delle città
Dando un’occhiata alle città, New York guida la classifica di quest’anno, seguito da Londra, Singapore, San Francisco e Boston. Zurigo è al 17° posto in questa classifica. Il primato newyorchese può essere spiegato con l’ottima performance in quattro delle cinque categorie valutate nella ricerca, ovvero “Abilitazione”, “Attrattività”, “Crescita” e “Competenze globali”.
In generale, le città con una comprovata “predisposizione al futuro” si collocano nella parte alta della graduatoria e attività in settori come l’intelligenza artificiale, Fintech e Medtech favoriscono la ‘talent performance’ delle Top 5. Molte città stanno sempre più diventando centri di sperimentazione per nuovi strumenti basati sull’intelligenza artificiale, come applicazioni per il riconoscimento facciale, la tele-sorveglianza e i veicoli a guida autonoma. Il successo di questi esperimenti varia a seconda dei casi, ma chi opera bene s’imporrà come un centro di riferimento per l’intelligenza artificiale dotato delle professionalità necessarie a rilasciare soluzioni globali sostenibili.
«In genere, le donne svizzere riducono notevolmente la loro percentuale di lavoro e di conseguenza investono meno nella formazione continua», commenta Nicole Burth, CEO del Gruppo Adecco Svizzera.